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Fausto De Poi – “Sembra vero. Storie di viaggi in Nepal”

Storie di Viaggi in Nepal

Fausto e il Nepal

Il 21 dicembre 2022 abbiamo presentato in anteprima a Sospirolo (BL) il libro di Fausto. Alba Barattin ha introdotto la serata con queste bellissime parole che pubblichiamo con molto piacere per intero. Grazie Alba!

“Conosco Fausto De Poi da tempo, ma fino a poche settimane fa non eravamo mai andati oltre un frettoloso ciao. Il suo invito a presentare il libro mi ha sorpreso e fatto piacere e ho subito – sventatamente – detto di sì. Non potevo allora immaginare in quale guaio mi stavo cacciando. Tante persone – quelle che conoscono a menadito i progetti, i viaggi e le avventure di Fausto, perché li hanno seguiti e hanno contribuito a renderli possibili e fruttosi – molto meglio di me potrebbero parlarne, e con cognizione di causa.

E poi perché – e questa è forse la ragione principale – la ricchezza di questo libro è assai difficile da riassumere e da comunicare nel breve tempo di un discorso solo introduttivo quale deve essere il mio, prima che a parlare siano direttamente Fausto e le pagine del suo libro raccontate e lette, i documenti visivi, le immagini che vedremo.

Visto che ormai è troppo tardi perché io possa dignitosamente svignarmela, vi dirò cos’è – per me – questo libro, come l’ho letto e vissuto.

 

Un racconto di viaggi

SEMBRA VERO è senza dubbio, prima di tutto, un racconto di viaggi. Luoghi, paesaggi, persone; la superficie del mondo percorsa con tutti i mezzi possibili, soprattutto se lenti, meglio se lenti, perché il viaggiatore di questo libro è uomo paziente e attento, non ha ambizione di primati, non compete se non con sé stesso, per essere all’altezza del proprio orizzonte di valori.

I viaggi in Nepal del 2016 e del 2017, realizzati per partecipare alla ricostruzione dopo il terremoto dell’anno precedente, occupano la prima parte del libro. La seconda parte racconta il viaggio del 2018 compiuto in bicicletta, in sella a Verdolina. “Pedalando verso il Nepal” – questo il nome del progetto orientato a tenere desta l’attenzione sui problemi di quel paese e a raccogliere fondi per l’Associazione Giuliano De Marchi per il Nepal Onlus – è allo stesso tempo un’eroica prova individuale di resistenza fisica, mentale e spirituale, e un’impresa collettiva su cui ha vigilato la cerchia degli amici di Fausto, la sua tribù.

 

Un reportage etnografico

Questo libro è anche un reportage etnografico, la relazione di un incontro – non occasionale, non sporadico – con un etnos, un popolo, una cultura, una visione del mondo diversa, almeno all’origine, da quella della persona che ce lo racconta. Costui, l’autore, non è però un osservatore distaccato, neutrale, non vuole esserlo, non fa della scienza. Al contrario, in quel mondo, in quella cultura, si immerge completamente, se ne lascia avvolgere e permeare.

Sono gesti, oggetti, spazi domestici e non, tecniche di coltivazione dei campi e di costruzione delle case, modi di salutarsi, di cucinare e condividere il cibo, di fare festa. Il viaggiatore guarda e registra ogni cosa mentre fatica con gli altri e il lavoro procede lento con mezzi e metodi che diremmo primitivi, se la parola non suonasse offensiva. E di certo primitive non sono le persone, a giudicare dalla gentilezza e dal rispetto che caratterizzano i loro gesti quotidiani.  Persone che hanno nomi, che escono dal fondo, che balzano davanti a noi lettori in tutta la complessità che è propria di ogni essere umano.

Gentilezza, rispetto, amore, gioia sono parole sempre ricorrenti, in questo libro. E sono parole che presuppongono legami che si creano, rapporti ricchi e produttivi.

 

Lo stile, il linguaggio le metafore

A mano a mano che procedevo nella lettura, mi è venuto di fare sempre più attenzione alla scelta delle parole, alla costruzione delle frasi, dunque al linguaggio e allo stile. E mi è venuto da pensare che Fausto e la sua scrittura si corrispondono. Perché come altrimenti spiegare che tutto nel libro – l’alternarsi del giorno e della notte, gli eventi atmosferici, i diversi ambienti che il viaggiatore attraversa, le montagne, gli incontri, i piccoli e grandi eventi – tutto si anima, si riempie di suoni e colori, vibra di vita e di nuove possibilità? Il fuori e il dentro si specchiano l’un l’altro, la solitudine diventa bisogno, il deserto si rivela maestro, accostamenti inaspettati e immagini fantasiose scorrono di riga in riga. Può capitare di leggere « pedalo una giornata di acquazzoni e colpi di sole », «guardo le onde giocare a chi arriva prima alla spiaggia», «sono definitivamente inghiottito dalle spire del Caucaso, montagna severa, ma che ad ogni curva si fa bella», e si può andare avanti così per pagine e pagine. Il vento del Kazakistan «si infila nella mente e toglie mattoncini di sicurezza sostituendoli con quelli della frustrazione; la sera arriveremo lottando con il telo della tenda improvvisatosi aquilone». Noi, Fausto e la bicicletta sono sempre Noi. Coppia stravagante, ma molto ben assortita, nonostante qualche acciacco meccanico.

 

E infine…

C’è da domandarsi – io me lo sono domandato – perché una persona faccia quello che ha fatto l’autore di questo libro. Non è stato, non è, né sarà in futuro l’unico a spendersi così tanto per gli altri. Altri che sono lontani nello spazio, come in questo caso, ma anche vicini, non essendo questo il punto. La domanda resta. Quali sono la ratio, e il senso, di un tale investimento?

Permettetemi di usare un’espressione evangelica, volta però dal negativo al positivo. Si dice: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, cioè astieniti dalla violenza, dalla cattiveria, dal male. Ma proviamo a capovolgerla: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te. Tu vuoi essere capito, aiutato, amato? Fai questo all’altro e ne ricaverai altrettanto riconoscimento, aiuto, affetto. Questo mi pare venga fuori dalla testimonianza di Fausto: un dare e un ricevere che mettono la bilancia in pari, e dunque realizzano la giustizia, creando un surplus di significato e di pienezza capace di illuminare l’esistenza.

Parte del ricavato della vendita del libro sarà donato all’Associazione Giuliano De Marchi per il Nepal Onlus, l’associazione con la quale Fausto De Poi collabora da tempo.

Sospirolo, 21 dicembre 2022
Alba Barattin”.

Trovate alcune foto del viaggio di Fausto in questa nostra pagina

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