Descrizione
Perché leggerlo?
Perché vi sembrerà di percorrere i vicoli della vecchia Trieste. Di respirare gli odori del suo porto mentre vi immergerete nel racconto avvincente, aspro ed emozionante dei protagonisti.
Per lasciarvi coinvolgere in un racconto romanzato di una realtà tristemente reale e terribile.
Un romanzo storico-poliziesco, basato sulla vera storia della Risiera di San Sabba, scritto in uno stile bianco/nero dai forti contrasti, i cui tasselli si compongono pagina dopo pagina travolgendo il lettore.
Il periodo storico compreso tra l’8 settembre 1943 e i giorni della liberazione nel 1945, e il decennio seguente del Governo Militare Alleato a Trieste, sono sovente interpretati come specificità di questa città, per i fatti drammatici e non di rado del tutto anomali nel panorama nazionale, che vi si sono svolti. La comprensione di quel periodo e di quei fatti risiede invece, secondo l’autore, in una dinamica umana e sociale di tipo universale: l’apostasia. Attorno ai fatti della Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento e sterminio in Italia, l’apostasia, l’abbandono della “fede”, si è realizzata come fenomeno sociale, anche nella versione che prevede l’accostamento ad una fede diversa, quella del denaro. Il protagonista del romanzo è un poliziotto tedesco, in servizio a Trieste durante l’amministrazione nazista del litorale adriatico, che si stabilirà in città a guerra finita. Attraverso i suoi occhi scorrono atti criminali, meschinità, complicità e indifferenze che nutrono l’apostasia, che egli può vedere perché non ha rinunciato alla memoria, di sé prima di tutto. Dunque, si tratta di dinamiche universali, che si sono riscontrate, si riscontrano e possono riscontrarsi in ogni parte del mondo e in qualsiasi tempo.