Arnaldo Pozza, S. Ten. del Regio Esercito impegnato dal 1941 all’8 settembre 1943 nell’occupazione della Dalmazia, del Montenegro e dell’Albania, fu uno dei circa 800.000 internati militari italiani nei territori del Terzo Reich.
Ferrarese, all’epoca tra i ventisette e i ventinove anni, il giovane Pozza rifiutò di combattere a fianco dei nazisti dopo l’armistizio di Cassibile e scelse di condividere la sorte dei militari italiani catturati, rastrellati e deportati, finendo in diversi campi di internamento polacchi e infine in quello tedesco di Sandbostel.
Durante l’occupazione dei Balcani scattò decine e decine di fotografie , 85 delle quali pubblichiamo in questo catalogo curato dal figlio Roberto, mentre a Sandbostel compilò e illustrò un piccolo quaderno che restituisce in parte la quotidianità degli internati, considerati prima prigionieri di guerra, poi internati militari a cui non si doveva applicare la Convenzione di Ginevra, infine lavoratori coatti passibili di essere sottoposti a massacranti lavori.
Sopravvissuto alla guerra e al campo, alla sua morte il figlio ritrovò fotografie e quaderno in una “valigia nascosta” e decise di ripercorrere, attraverso le immagini e le parole di Arnaldo, il percorso dall’occupazione dei Balcani all’internamento compiuto dal padre, in vita avarissimo di racconti su quelle tragiche esperienze.
Nel campo di Sandbostel, insieme a Pozza, erano internati anche il futuro scrittore Giovanni Guareschi; il futuro Professore universitario, saggista e dirigente politico comunista Alessandro Natta; il futuro attore Gianrico Tedeschi., che Arnaldo sicuramente ebbe modo di conoscere.